E rieccomi!
100 scienziati si rivolgono alle istituzioni con una richiesta fortissima: dare “piena adesione alla richiesta” del presidente dei Lincei, Giorgio Parisi “di assumere provvedimenti stringenti e drastici nei prossimi due o tre giorni” per “evitare che i numeri del contagio in Italia arrivino inevitabilmente, in assenza di misure correttive efficaci, nelle prossime tre settimane, a produrre alcune centinaia di decessi al giorno”.
[...]Riteniamo utile segnalare all'attenzione delle Istituzioni, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Governo, nella persona del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, le stime riportate nell'articolo del Presidente dell'Accademia dei lincei, professor Giorgio Parisi, pubblicato nelle scorse ore nel blog dell'Huffington Post".
Facciamo qualche riflessione, prima di procedere alla lettura del post del professore Giorgio Parisi, presidente dell'Accademia dei Lincei.
1. Qual è la qualifica del professore Giorgio Parisi? Cliccando sul nome verrete reindirizzati alla pagina di riferimento, dalla quale risulta essere professore ordinario di Fisica Teorica della Sapienza di Roma. Inoltre, stando alla voce presente su Wikipedia, è uno dei fisici più autorevoli al mondo e i suoi studi hanno avuto un impatto rilevante in molti altri campi del sapere, oltre a quello di pertinenza, quale l'antropologia, le scienze cognitive, la finanza e le scienze sociali.
2. L'elenco dei firmatari, purtroppo, non l'ho trovato. Tuttavia un piccolo elenco è ricavabile dai diversi articoli presenti in rete. Di questo parziale elenco mi hanno colpito due cose: il numero 100, - 100 sono gli scienziati che hanno firmato la lettera non 72, 69, o che dire 97, no 100 - perché 100 è un numero tondo, tondo che dà subito l'idea di completezza. Sarà perché suggerisce "tutti o quasi" hanno firmato che mi ha colpito?; il secondo aspetto che ha attirato la mia attenzione è la sottoscrizione di studiosi nel campo della geologia, dell'astronomia e della fisica... fin quando firmavano economisti e matematici comprendevo la loro presenza, in quanto, sulla base dei loro studi e analizzando i dati, possono trarre delle conclusioni, ma gli altri? Anche qui, però, devo ammettere la mia ignoranza nel non saper come collegare le discipline al quadro epidemiologico oggetto d'esame
Comunque, oltre queste mie prime perplessità occorre ora leggere il testo scritto sul blog dell'Huffpost (cliccare sul nome del giornale) per prendere visione della richiesta e delle basi scientifiche che la sorreggono e determinano.
L'avete letto?
Il ragionamento vi torna tutto? A me no, ecco in quali punti:
1. Una settimana è proprio il lasso di tempo che in media ci vuole perché un contagiato contagi qualcun altro.
Quindi contagiato significa untore? Non c'è alcuna differenza tra asintomatici e sintomatici e di conseguenza tra le due differenti cariche virali? 🧐
2. Nell’ultimo mese abbiamo visto che all’incirca ogni ottanta casi si registra un decesso, una settimana dopo, più o meno. Non ha molta importanza quanti dei nuovi casi siano sintomatici e quanti siano asintomatici, per capire la gravità della situazione...
Confermato: per il professore G. Parisi, non ha importanza la differenza tra sintomatico e asintomatico. Dunque, non ha nessuna validità scientifica la carica virale?
3. Certo, non sta scritto da nessuna parte che la crescita epidemica debba andare avanti con un raddoppio costante nel prossimo futuro. Tuttavia se la situazione non cambia..
Come, come "non sta scritto"? E allora da dove nasce questa previsione?
4. Sappiamo cosa vuol dire l’infezione da Covid non controllata; lo abbiamo visto a Bergamo: le persone che morivano a casa, gli ospedali al collasso, i morti giornalieri passati da trenta a trecento, i servizi di pompe funebri intasati, le bare accumulate nei sotterranei degli ospedali.
Sappiamo cosa è significato il Covid-19 a Bergamo e in Lombardia, ma a ricordo non si sono verificate le stesse situazioni anche in altre regioni. Perché? Perché solo la Lombardia e le regioni della Pianura Padana sono state maggiormente colpite? Quali caratteristiche presentano a livello antropico ed ecologico tali da aver deteminato la situazione che si è avuta?
Esiste uno studio in corso condotto dalle università di Roma, Torino e Oxford che ha messo in relazione il virus e la sua letalità con la presenza di particolato e altri inquinanti in atmosfera, non ultimi quelli derivanti dagli allevamenti intensivi, che uniti ad un ridotto "riciclo" dell'aria - venti - ha influito sulla propagazione del virus.. Il particolato di per sé è responsabile di diverse patologie respiratorie, anche gravi, che ovviamente verrebbero a loro volta esasperate dal virus che per l'appunto sembrerebbe attaccare maggiormente le vie respiratorie... questo è uno studio in corso d'opera...
Se a questa ricerca se ne aggiungessero delle altre, forse il quadro sarebbe più completo e si avrebbero strumenti più incisivi e mirati d'intervento..
Ma il presidente sta ipotizzando un possibile scenario esteso a tutta l'Italia facendo riferimento al singolo caso lombardo??
Se poi teniamo conto di quanti sono ritornati nelle loro regioni di residenza dalle zone rosse i conti non tornano... avremmo dovuto avere un'ecatombe a livello nazionale, ma così non è stato. Perché?
5.Sulla scuola, dove le ASL fanno particolari controlli, ci sono dati precisi, che permettono di escludere che fino a questo momento ci sia stata una propagazione sostenuta dell’epidemia dentro le classi, ma abbiamo informazioni molto poco precise su quello che succede in altri contesti.
Dunque questo scenario, in assenza di dati precisi, come è stato ipotizzato?🤔
6. Queste informazioni sono cruciali anche per capire come mai dopo la situazione quasi stazionaria di settembre ci sia stata l’esplosione dei casi di ottobre: ci sono congetture in proposito, alcune ragionevoli, altre strampalate, i fattori possono essere stati molteplici, ma nessuno è in grado di dire, dati alla mano, in che misura ciascun fattore abbia influito.
Non c'è bisogno neanche di commentare, si commenta da sola questa affermazione.
7. [...] temo fortemente che in Italia non sia stata fatta una raccolta sistematica delle informazioni cruciali sulle circostanze in cui il virus si è trasmesso...
Se non c'è stata, e presumo non ci sia neanche oggi - lo dice chiaramente più avanti nel testo anche il professore Parisi - una raccolta sistematica delle informazioni utili ad elaborare quadri statistici del possibile andamento epidemiologico, da dove nasce l'urgenza di misure più restrittive?
8. [...] la lettera di Giorgio Alleva e Alberto Zuliani (già Presidenti Istat) al Corriere del 17 ottobre mi conferma in questo timore.“In tanti mesi - scrivono - non abbiamo investito in un sistema di raccolta di dati che consenta un monitoraggio accurato su probabilità di contagio, dimensioni delle componenti sintomatiche e asintomatiche, collegamento con i rischi successivi, ricoveri e terapie sub-intensive e intensive, letalità. (…) Non è citando insieme, giorno per giorno, il numero di casi positivi e di tamponi effettuati che possiamo capire cosa stia accadendo realmente”.
Che triste realtà... il virsu si prende una vacanza da maggio a settembre e nessuno del Governo ha pensato di investire tempo e soldi in ricerche sul monitoraggio del contagio..
9. Sappiamo bene che la scienza è ed è stata fondamentale per contrastare l’epidemia, ed è quindi inaccettabile che la comunità scientifica non possa chiarire i modi di trasmissione del virus in Italia a causa della mancanza di dati dettagliati sui contagi diffusi accessibili a tutti.
Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha letto? Non ci sono dati dettagliati accessibili.
10. L’impressione è che al momento attuale si guidi molto alla cieca, cercando di usare il buon senso per non andare a sbattere.
Quale buon senso? Se si guida ciechi, non si ha buon senso?🤔
11. La commissione Covid-19 dell’Accademia dei Lincei, all’inizio di giugno aveva scritto un documento, in cui si riteneva che ” superata la fase acuta della epidemia, sia giunto il momento, per le istituzioni sanitare regionali, l’Iss e la Protezione Civile di pianificare una condivisione dei dati concertata..
La fase critica è stata o non è stata superata?
12. In assenza di trasparenza, ogni conclusione diviene contestabile sul piano scientifico e, quindi, anche sul piano politico. Solo con la trasparente alleanza tra scienza e politica possiamo affrontare efficientemente la convivenza con il coronavirus e prevenire una possibile risorgenza del Covid-19 o gestire l’emersione di future, possibili, epidemie.
Dalla lettura del post emerge uno scenario possibile ma assolutamente ipotetico e non validato in quanto lo stesso professore G. Parisi accusa una mancanza di dati dettagliati e, ancor peggio, l'assenza di un'alleanza trasparente tra scienza e politica.
Se il metodo scientifico sperimentale, delineato da Galileo Galilei, - tra l'altro, socio dell'Accademia dei Lincei - si basa sull'osservazione, cui seguono la formulazione dell'ipotesi, la verifica sperimentale dell'ipotesi e, in caso di esito positivo, la pronuncia della teoria (di per sé non rigida, ma a sua volta verificabile e modificabile), nel quadro delineato dal presidente, G. Parisi, emergono solo ipotesi e molte perplessità.
Dunque, la domanda sorge legittima: ma tutti questi scenari prognosticati dai vari scienziati, accompagnati tra l'altro da tutta una serie di criticità, sono alla base delle restrizioni snocciolate di settimana in settimana dal Governo?


