Ed eccomi ad uno dei libri che più mi ha ispirato nei mesi scorsi. Uno di quei libri che arrivano per confortarti e per dirti "Ehi, il mondo non va solo come dicono o vorrebbero che andasse!"
Il libro L'utilità dell'inutile è arrivato in libreria verso luglio. Restava sul bancone un po' in disparte tra la marea di gadget e altre inutilità della vendita delle librerie di catena. L'ho preso un po' per curiosità - il titolo certo ha giocato in questa direzione - e un po' perché ero stufa di allestire scaffali, gondole, vetrine e bancone con libri di cui sapevo poco quanto nulla o quel poco che sapevo era sufficiente per spedirli dritti dritti nel bidone. Così mi sono detta "Proviamo a dare un'occhiata a questa nuova proposta." A dimostrazione di quanto mi stesse piacendo, mi sono ritrovata quello stesso giorno a parlarne con un cliente uruguaiano, tra un quasi spagnolo e un mezzo italiano, in una giornata di ressa alla cassa.
L'autore del libro è Nuccio Ordine, professore di letteratura italiana all'università della Calabria. Il suo saggio-manifesto, edito prima in Francia da Les Belles Lettres e poi da Bompiani, ha venduto decine di migliaia di copie solo in Italia e ha in cantiere traduzioni in tutto il mondo, perfino in Corea e Cina.
L'ossimoro del titolo L'utilità dell'inutile coglie perfettamente le contraddizioni della nostra società tra l'utilità, intesa come profitto, spesso impersonale e l'utilità disinteressata delle "cose inutili" ma che hanno un ruolo fondamentale nella coltivazione dello spitito e nella cescita civile e culturale dell'umanità.
[...] utile è tutto ciò che ci aiuta a diventare migliori.
In una logica dominata dal profitto, dai guadagni immediati, dall'idea della produzione in qualsiasi campo e disciplina - non fanno eccezione i musei, le università, i centri di ricerca, e neanche le librerie, purtroppo - dimentichiamo e veniamo educati progressivamente ad ignorare qualsiasi forma di solidarietà, di umanità.
Così, con crudeltà, molte aziende (che hanno goduto, per decenni, della privatizzazione dei profitti e della socializzazione delle perdite) licenziano gli operai, mentre i governi sopprimono il lavoro, l'istruzione, l'assistenza sociale e la sanità pubblica.
In questo contesto brutale e insensato l'aiuto che i saperi, per così dire "inutili", possono dare è di contrapporsi all'utilità dominante dell'esclusivo interesse economico.
Nell'universo dell'utilitarismo, infatti, un martello vale di più di una sinfonia, un coltello più di una poesia, una chiave inglese più di un quadro [...]
E io aggiungerei che l'ignoranza, la volgarità e la ferinità dei comportamenti vengono seguiti, osannati, pubblicizzati più del dovuto buon senso.
In un contesto sociale, dove si bada più all'aspetto "esteriore" che alla "dignità interiore" non c'è da meravigliarsi se "la più grossolana ignoranza ha assunto l'apparenza d'istruzione".
Il saggio di Nuccio Ordine è un vero e proprio manifesto: non è un testo organico, bensì frammentario, che raccoglie citazioni e pensieri che l'autore ha "collezionato" durante i suoi studi e i suoi anni di docenza univeristaria.
È suddiviso in tre parti: l'utile inutilità della letteratura; gli effetti disastrosi della logica del profitto nel campo dell'insegnamento e delle attività culturali in generale; la carica illusoria del possedere e i suoi effetti devastanti sulla dignitas, sull'amore e sulla verità. Non mi soffermerò a trattare ciascuna delle succitate parti, né una in particolare. Questa volta ho deciso di riportare alcuni dei passaggi che per me sono stati più significativi, perché credo che mai come in questo caso sia meglio passare la parola all'autore.
Gli "umomini liberi" non hanno problemi di tempo e non devono dar conto a nessuno, mentre gli "schiavi" sono condizionati dalla clessidra e da un padrone che decide. p.67
Quasi tutti i paesi europei sembrano essere orientati verso un abbassamento dei livelli di difficoltà per consentire agli studenti-clienti [il corsivo è una mia aggiunta] di superare gli esami con maggiore facilità nel tentativo (illusorio) di risolvere il problema dei fuori corso. Per far laureare gli studenti nei tempi stabiliti dalla legge e per rendere più gradevole l'apprendimento non si chiedono più sacrifici in più ma, al contrario, si cerca di allettarli con la perversa riduzione dei programmi e con la trasformazione delle lezioni in un gioco interattivo superficiale, basato sulle proiezioni di slides e somministrazioni di questionari a risposta multipla. p. 112
Le università non possono essere gestite come aziende. Contrariamente a ciò che pretendono di insegnarci le leggi dominanti del mercato e del commercio, l'essenza della cultura si basa sulla gratuità [...] Marc Fumaroli a Napoli, in un' appassionata conferenza tenuta nella sede dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici - ci ricorda che lo studio è innanzitutto acquisizione di conoscenze che, libere da ogni vincolo utilitaristico, ci fanno crescere e ci rendono più autonomi. pp. 116-17
[...] l'esperienza dell'apparentemente inutile e l'acquisizione di un bene non immediatamente quantificabile si rivelano investimenti i cui profitti vedranno la luce nella longue dureé . p.117
In una società utilitaristica, gli uomini finiscono per amare "le bellezze facili" che non domandano sforzi, né eccessive perdite di tempo ( "Amano i libri facilmente procurabili, che si leggono presto, chenon richiedono ricerche sapienti per essere compresi") p. 124
Ma la gloriosa logica del superfluo si è avviata al tramonto, quando il capitalismo ha "richiesto la rinuncia dell'uomo allo spreco delle feste" e a "altri dispendi simili" per evitare che si volatilizzassero energie utili invece di "sviluppare la produzione" e l'accumulazione. Nel perdere questo sovrappiù, l'umanità ha perduto i valori di una civiltà in cui il gratuito e il dono contribuivano a dare un significato più umano alla vita. p. 131
Bisogna saper guardare alla "bellezza intellettuale" che basta a se stessa. Per lei sola, "e forse più che per il bene futuro dell'umanità", "l'uomo di scienza [e aggiungerei anche l'uomo di lettere] si assoggetta a dure e lunghe fatiche". Senza questo laborioso e disinteressato sforzo, sarebbe veramente difficile pensare di diventare migliori. p.160
La conoscenza è una richezza che si può trasmettere senza impoverirsi. p. 161
Potrei continuare a trascrivere molti altri passi, ma oltre a violare i diritti d'autore contribuirei a svelare un testo che andrebbe letto per intero e non solo per sommi capi.
Ho proposto questo libro a diverse persone a me care e anche a colleghi meno cari perché, come ha dichiarato Nuccio Ordine in una sua intervista al giornale La Repubblica, volevo mostrare che il gratuito e il disinteressato sono cose essenziali all'umanità. Per questo stesso motivo lo propongo qui, sul mio blog, e proprio all'inizo di un nuovo anno dove possa trovar posto un bel po' di inutilità apparente!
Buona lettura!
