sabato 3 dicembre 2016

IL GOVERNO È UN BENE DI TUTTI!


Al termine di una lettura così interessante e tanto ben legata ai fatti politici e sociali italiani, non ho voluto tenerla solo per me, credo che condividere degli input di riflessione significhi far circolare nuove idee.



Il libro di cui parlerò a breve, Il bene di tutti*, presenta e descrive il ciclo di affreschi del Buon e Cattivo Governo realizzati a Siena da Ambrogio Lorenzetti. Un'opera che, sebbene realizzata nel XIV secolo, si dimostra per i suoi contenuti di estrema attualità. Proprio per questo ho deciso di parlarne oggi, alla vigilia di un Referendum tutto all'italiana.

Ho conosciuto, virtualmente, l'autrice Mariella Carlotti grazie ad un video proposto dal giornale della Cisl Scuola.
Ero da poco rientrata a casa e nella buchetta della posta avevo visto spuntare una rivista incelofanata, credo fosse stato il primo o il secondo numero che ricevetti. Non avevo voglia di aprirlo, ero un po' troppo delusa dal mondo della scuola, non volevo provare l'ennesima amarezza. Però, quel pomeriggio la curiosità ebbe la meglio e sfogliandolo un po' svogliatamente fui incuriosita dall'articolo Effetti del buon governo, una lezione dall'arte. Il sottotitolo era ancora più interessante, Il primo compito di chi educa e la responsabilità di chi governa è dare spazio a ciò che è bello - persone, comunità, opere, cose - perché questo dispone gli animi al bene comune. 
La lettura fu interessante, una breve lezione di storia dell'arte e di civiltà. L'ultima pagina presentava un box informativo sull'autrice dell'articolo, la stessa Mariella Carlotti e la sua lezione video (sotto il link).


Dopo averlo visto non è possibile rimanere impassibili e non dar vita ad una serie di riflessioni.

Poco dopo ho acquistato il libro e oggi 3 dicembre 2016 sono qui che ve ne parlo. Ho scelto questo giorno perché credo che alle volte per prendere delle decisioni, Sì o No, sia necessario avere una visione più ampia delle cose. E credo che il ciclo di affreschi di Ambrogio Lorenzetti aiuterà in questo senso.

Nel 1337 ebbe inizio a Siena, in Palazzo Pubblico, la decorazione ad affresco della Sala dei Nove, ovvero la sala dove si riunivano gli uomini del Governo dei Nove. L'impresa venne commissionata ad Ambrogio Lorenzetti, che la eseguì tra il 1338-39. L'affresco è così organizzato: Allegoria del Buon Governo e i suoi Effetti in città e in campagna, Allegoria del Cattivo Governo e i suoi Effetti in città e in campagna. Lungo tutta la fascia sottostante gli affreschi corrono delle iscrizioni in versi volgari, che accompagnavano l'interpretazione dell'opera. Il ciclo è una rappresentazione visiva della cultura politica medioevale eppure, come scrive Bernhard Scholz, " gli affreschi del Palazzo Pubblico ci presentano una sapienza di vita che vale, non solo per la Siena del Duecento e del Trecento, ma per tutti i tempi " [...]

Buon Governo e i suoi Effetti in città e in campagna


La lettura parte dalla parete nord, quella che ospita per l'appunto l'Allegoria del Buon Governo. Questo è il punto di partenza ed è segnalato sia dalla presenza della firma dell'autore e sia dal fatto che la lettera iniziale della didascalia sottostante è più grande di tutte le altre iniziali. 
Riporto i primi versi della didascalia: 

Questa santa virtù, là dove regge,
induce ad unità li animi molti,
e questi a ciò ricolti,
un ben comun per lor signor si fanno [...]

La virtù di cui parla il testo è la Giustizia, la donna seduta e vestita di rosso nella parte sinistra. È rappresentata mentre guarda in alto l'allegoria della Sapienza di Dio da cui trae ispirazione. Tra la figura della Giustizia e quella della Sapienza corre il verso biblico del Libro della Sapienza, Diligite iustitiam qui iudicatis terram, ovvero "amate la giustizia voi che governate la terra" (proprio come oggi accade!).
La Sapienza ha lo sguardo rivolto verso l'alto e regge una bilancia i cui piatti sono "soppesati" dalla Giustizia distributiva, che dà a ciascuno ciò che merita - in questo caso tagliando la testa all'assassino - e dalla Giustizia commutativa, che assicura l'onestà dei commerci - rappresentata da un angelo che dà a due mercanti le unità di misura.
Da entrambe queste giustizie scendono due fili che diventano una corda nelle mani della Concordia, la figura femminile in basso che ha una pialla, metafora della sua funzione, quella di spianare le asperità.
La corda poi passa di mano in mano a ventiquattro cittadini per poi ritrovarla nelle mani della rappresentazione del Comune di Siena, un uomo vecchio seduto in trono.
Il comune non è - come in epoca moderna - un apparato politico-burocratico: è una comunitas, che si ordina per raggiungere il bene comune. pag. 58
Infatti l'uomo è al contempo immagine del Comune di Siena e il Bene Comune. Questi è accompagnato da alcune donne - non di certo quelle che accompagnano i politici oggigiorno - la Pace, la Fortezza, la Prudenza, la Fede, la Carità, la Speranza, la Magnanimità, la Temperanza e la Giustizia. Ovvero le rappresentazioni delle virtù cardinali, cioè "cardine delle virtù della vita morale dell'uomo e indispensabili per l'uomo politico".
È interessante notare, come ha sottolineato l'autrice, che ad aprire "il corteo" delle donne che accompagnano e guidano il Bene Comune vi sia la Pace, morbidamente distesa sulle armi. Ella si trova al centro dell'intera composizione diventando così il fine di tutta l'Allegoria del Buon Governo.



Gli effetti di un governo siffatto si dimostrano già nei ventiquattro uomini legati liberamente dalla Concordia, ma ancor di più nella vasta scena ove si vedono la città e il suo contado. In entrambe regna bellezza, armonia, operosità degli uomini ciascuno nella propria arte.
A tal proposito riporto una parte dei versi che sotto le scene corrono:

[...] Guardate quanti ben vengan da lei
e come è dolce vita e riposata
quella della città du è servata
questa virtù ke più d'altra risplende.

Infatti, la vita sarebbe più dolce e riposata laddove vive la Giustizia di un Buon Governo.


In alto a desta si vede una figura alata che regge con una mano la figura di un impiccato e con l'altra un cartiglio su cui si può leggere:

Senza paura ogni uom franco camini,
e lavorando semini ciascuno,
mentre che tal comuno
manterrà questa donna in signoria,
ch' el à levata a' rei ogni balia.

È la figura della Securitas e diventa chiaro il messaggio che porta: un governo vivrà nella pace solo se applica la giustizia correttamente e, diremmo oggi, senza essere manovrata e pagata!


Cattivo Governo e i suoi Effetti in città e campagna



Vediamo ora cosa succede ad un governo mal gestito.

L'affresco purtroppo è stato gravemente danneggiato, ma si coglie ancor bene il suo messaggio.
L'allegoria del Malgoverno viene commentata dai seguenti versi:

Là dove sta legata la iustitia,
nessun al ben comune giammai s'accorda [...]
la tirannia , per adempier la sua nequizia,
nullo voler nè operar discorda
dalla natura lorda
de' vitii che con lei son qui congionti [...]

Rende bene l'immagine della classe politica attuale, dalla natura lorda, sporchi sono le loro azioni, le loro leggi e i loro referendum!

Ma veniamo all'immagine rappresentata. Si vede in basso una donna legata tra i piatti rotti di una bilancia, è la Giustizia, in una tal condizione non nasce un governo buono e lodevole, bensì nasce una Tirannide che è circondata dai suoi vizi. La Tirannide tiene in mano un pugnale e una coppa sporca di sangue poiché usa la violenza per raggiungere i suoi interessi. È rappresentata con corna, artigli e ali di pipistrello ed è strabica, in quanto la sua visione non è co-retta. La accompagnano la Superbia, l'Avarizia, la Vanagloria e ancora la Crudeltà, la Frode, il Tradimento, la Divisione e la Guerra.
 - Sembra di stare in Parlamento-

Gli effetti di un tal governo non sono poi dissimili da ciò che oggi conosciamo bene: la città cade in rovina, non c'è traccia di armonia e bellezza; la decadenza è anche negli animi, gli uomini sono rappresentati in condizione di povertà e di violenza.

È per effetto,
chè dove è tirannia è gran sospetto,
guerre, rapine, tradimenti e 'nganni.

Nel contado è rappresentata la figura del Terrore, figura tetra che reca in mano il cartiglio su cui si legge:

Per voler el ben proprio, in questa terra
sommess'è la giustizia a tyrannia [...]

Un aspetto che a me è piaciuto particolarmente e che è emerso dal saggio della Carlotti  è l'idea medievale e di buon senso che "il bene di tutti è la condizione della serenità personale".
Una classe politica che persegue i suoi interessi non partorirà nessuna buona idea, buona scuola, o buon referendum poiché è cieca, vede solo se stessa. E quanto più insiste nel presentarci idilliaci cambiamenti, tanto più si celano cocenti scottature. Per questo devono manipolarci con false scelte, con meravigliose prospettive prive di fondamento!
Persone senza dignità personale e politica proporranno cose a loro immagine e somiglianza, sempre e comunque.

Spero che questo affresco che parla alla collettività e a ciascuno di noi possa essere uno spunto di riflessione seria su ciò che facciamo e a cui diamo potere!
Ci illudiamo di non poter fare niente perché ci educano a deresponsabilzzarci, ma il Bene di tutti nasce dalle azioni di ciascuno di noi



* Mariella Carlotti, Il bene di tutti. Gli affreschi del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena, Società Editrice Fiorentina, Firenze, 2010