Il poeta deve essere un professore di speranza
L’autunno ha iniziato ad allungare le sue ombre colorate in città. Le foglie degli alberi si tingono di giallo, di rosso, o del colore “secco”, tipico di quelle foglie che stanno per lasciarsi cadere. In un momento come questo, quando la natura inizia il suo letargo stagionale, mi è sembrato adatto parlare del “L’uomo che piantava gli alberi”, un libro, anzi un libricino (per le sue modeste dimensioni più che tascabili). L’ho trovato per caso in una bancarella di libri usati, due o tre estati fa. Mi aveva incuriosita il titolo e non ho esitato a darci un’occhiata. Ebbene, il titolo con molta semplicità rivela al lettore ciò che racconta: la storia di un uomo che piantava alberi.
L’autore del libro è Jean Giono, scrittore francese-provenzale di origini italiane. Il breve racconto, commissionato da un mensile americano, è stato scritto in una sola notte, quella del 24 febbraio 1953. Il racconto, che spero leggerete, sembra assolutamente vero. Narra dell’incontro dello scrittore con un pastore, Elzéard Bouffier, uomo taciturno che lavorava con meticolosità al progetto di rimboschire l’arida vallata in cui viveva. Questa mia personale sensazione di veridicità, indagando un po', è stata provata da molti altri lettori, compresi gli stessi redattori del mensile che, però, dopo aver scoperto che il racconto era frutto della fantasia dell’autore e non una vera corrispondenza giornalistica, lo rifiutarono. Fu così che venne pubblicato da Vogue.
La bellezza del racconto è data da una storia semplice e poetica. Non vi sono eccessi, emozioni forti: battaglie, lotte. No, c’è solo la pacata fermezza di un uomo che realizza il suo progetto. Il ritmo è piano, rilassato, così come la vita dell’anziano pastore. La storia dell’Occidente, con le sua Guerra, la sua agitazione, fa da sfondo e non perturba assolutamente la sua volontà.
Al termine della lettura, sono rimasta con una dolce sensazione di speranza e di fiducia. L’uomo viene presentato nelle sua dimensione più alta e, oserei dire, naturale: vivere con semplicità di spirito. Non è un caso che in quarta di copertina è scritto:
Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole.
Poco dopo la fortuita scoperta di questo libro, mentre cercavo su YouTube un bel film d'animazione, trovai un film dal titolo assai curioso, L'uomo che piantava gli alberi.
Non sempre le trasposizioni cinematografiche rendono giustizia alla bellezza di un testo narrativo. Ma questa volta il mio vecchio pregiudizio ha dovuto ricredersi: furono circa trenta minuti, trenta minuti di pace e di speranza.
Il film d'animazione , L'homme qui plantait des arbres, di Frédéric Back, regista e disegnatore, venne realizzato nel 1987, riprendendo il testo dell'omonimo libro scritto da Jean Giono. I disegni che accompagnano la lettura integrale del testo si armonizzano a questo donandogli movimento e leggerezza: i tratti leggeri, i colori tenui, le forme che si dissolvono e ricompongono in un continuo intreccio. Come ho letto su un altro blog, sembra che il regista abbia reso il testo di Giono visibile.
Con l'augurio che questo breve racconto faccia germogliare nuove idee e, perché no, nuovi alberi vi auguro buona lettura e buona visione.
Con l'augurio che questo breve racconto faccia germogliare nuove idee e, perché no, nuovi alberi vi auguro buona lettura e buona visione.