domenica 23 ottobre 2016

MA QUANTO COSTA UNA BUGIA?!

Se a questa domanda dovesse rispondere Faith la protagonista del libro L'albero delle bugie, potrebbe rispondere: "Bhe mi costa un frutto!". 



La prima volta che ho letto qualcosina sul libro L'albero delle bugie è stato circa due mesi fa sul mensile  Amemì piace leggere! della Mondadori. Non mi avevano catturato più di tanto le due righe che accompagnavano la foto del libro e difatti, nonostante la copertina mi avesse immediatamente attratta, lasciai perdere. 
Tuttavia, quando si dice il destino, durante una ricerca su internet di nuovi libri da leggere mi sono imbattuta in due recensioni che davano un messaggio inequivocabile: Comprate il romanzo L'albero delle bugie, non ve ne pentirete! L'una scritta dalla blogger Glinda Lizabel su L'atelier dei libri (http://www.atelierdeilibri.com/2016/09/recensione-lalbero-delle-bugie-di.html), l'altra su Zazie news scritta da Elena Rambaldi (http://zazienews.blogspot.it/2016/09/come-un-sasso-in-un-souffle.html). Entrambe sottolineavano non solo la bellezza della trama ma anche, e non è da poco per un libro jung adult, la bellezza della scrittura. Infatti facendo eco alle loro parole, è un romanzo davvero ben scritto che si fa leggere con piacere anche da un adulto!

Decisi che dovevo assolutamente prenderlo e per fortuna dopo averlo ordinato è arrivato abbastanza velocemente tra i miei libri sul comodino! Devo ammettere che i primi due capitoli non mi hanno entusiasmata, mi sono chiesta più volte se non avessi fatto un errore ad affidarmi ai consigli di altri lettori, che in effetti raramente ascolto. Ma, ad un certo punto, la storia mi ha travolta. Correvo tra le pagine come un segugio, volevo capire chi si nascondeva dietro gli indizi che la scrittrice ha lasciato qua e là. La storia ha preso pieghe inaspettate, delle volte imprevedibili. È stato come un'onda che mi ha rapito, mi ha spinto a largo e mi ha riportata a riva solo quando lo ha deciso!

Per le recensioni e per conoscere la trama nel dettaglio, oltre ai blog citati, vi lascio i link di riferimento del sito della Mondadori e della Repubblica: 

Ritorniamo alla domanda d'apertura: Ma quanto costa una bugia? 
Quando presi il libro credevo che il titolo fosse solo evocativo. Pensai :"Forse tra i protagonisti  ce n'è uno che racconta tante di quelle bugie, così connesse e intrecciate tra loro, da creare l'immagine dei rami di un vecchio albero nodoso?"... Diciamo che mi ero avvicinata. Ci sono sì tante bugie, ma queste sono legate ad un albero vero. Un esemplare raro che, prima il Reverendo Sunderly, padre di Faith, poi la stessa giovane investigatrice Faith, useranno per conoscere la verità. Che strano eh? Un albero che si alimenta nel buio delle bugie che qualcuno gli bisbiglierà per poi diffonderle il più possibile.
Stando ai resoconti, quest'albero somigliava a una rampicante ma i suoi frutti, del tutto simili agli agrumi, avrebbero posseduto delle proprietà straordinarie. La pianta cresceva rigogliosa al buio o nella penombra, e fioriva e fruttificava solo se nutrita con le menzogne. 
E l'albero? Beh, l'albero ripaga e lo fa con i suoi amari frutti della verità. Non sarà una verità esposta, no! La verità che offre è come quella di un sogno premonitore, ti fa vedere quello che è stato o che sarà attraverso immagini che dovranno essere interpretate alla luce del mondo della realtà.
Se qualcuno se ne fosse cibato, gli sarebbe stata rivelata una verità segretissima, su una faccenda che lo riguardava da vicino.
L'albero si dimostrerà essere un personaggio principale come coloro che, nell'evoluzione della trama, da figure sfondo si scoprono complici e orditori, chi più chi meno, dell'assassinio del Reverendo.
Il romanzo non scopre le sue carte sin da subito, anzi! L'attenzione del lettore cade inizialmente sui rapporti familiari della giovane Faith con la madre e, soprattutto, con il padre; sulle difficoltà di un uomo colpito da disonore che decide di trasferitasi con la sua famiglia nella cittadina di Vane; sulla vanità della signora Mirthe, che potrebbe essere una lontana parente della signora Bennet di Orgoglio e pregiudizio; sulle ricerche scientifiche del Reverendo e su i suoi lunghi momenti di solitudine... Insomma, solo leggendolo fino alla fine, grazie ai semi di bugie creati, si congiungeranno i pezzi della storia.

Il romanzo è stato oltre ad un piacevole momento di svago, anche un libro di riflessione. Un'occasione per riflettere su un atto tanto semplice come è il mentire. Si mente per diversi motivi, alcuni condivisibili, come le giustificazioni più o meno fantasiose che i miei studenti raccontano per un compito non fatto, e altri meno. Ci sono bugie che lasciano l'amaro in bocca, e un senso di delusione quando vengono scoperte. Beh anche Faith scoprirà cose che la lasceranno turbata ma, dopo la loro scoperta, diventeranno delle fonti di conoscenza. Una via mediante la quale ha potuto conoscere "più intimamente" le persone che la circondavano! In effetti la bugia crea un velo che copre la persona che la racconta, ci restituisce una realtà altra. Ma dopo averlo rimosso, questo velo di Maya, si conosce meglio l'altro, ritorna ciò che è: vulnerabile.
Faith stava imparando che bisogna solo fornire parte di una bugia. Confidando sul fatto che l'immaginazione altrui avrebbe provveduto a colmare i vuoti.
In effetti, alle volte le bugie servono più a chi le riceve che a chi le racconta. Ci si scopre in due a mentire: chi mente agli altri e chi mente a se stesso.

Scegliti una menzogna cui gli altri  aspettano solo di poter credere. Vi si aggrapperanno, persino se la sua falsità sarà dimostrata sotto ai loro occhi. Se qualcuno proverà a mostrare loro la Verità, si rivolteranno contro, lo combatteranno con le unghie e con i denti.