Non sarà di un libro che vi parlerò in questo post, o meglio un libro sarà solo il pretesto per introdurre una riflessione che mi accompagna da diversi mesi.
Probabilmente anche molti di voi lettori vi siete fatti qualche domanda su questa pandemia, e forse altrettanti di voi si sono accorti che qualcosa non è sempre tornato nelle informazioni diffuse dai giornali e dai TG. Premesso che non sono un medico, né ho le competenze o una qualche sfera magica che mi dica cosa succede effettivamente o cosa accadrà, vorrei con questo post allineare un po' i dati nella mia mente. Come molti di voi ho avuto paura, soprattutto nei primi mesi quando la bolla della pandemia è esplosa e con lei tutta una serie di cambiamenti necessari al nostro vivere quotidiano. E quando, nei mesi estivi, il virus è andato in vacanza, forse per non spaventare i turisti italiani e non a circolare liberamente, ho compreso che era ora di raccogliere un po' di dati, osservarli con cura e provare a tirare qualche somma. Una somma non sulla pandemia in sé, ma sulle modalità di diffusione delle informazioni.
Parto con alcuni stralci tratti dal libro di Alessandro Baricco The Game, - un libro che consiglio per il cambio di prospettiva che propone sulla rivoluzione tecnologica in atto - nello specifico faccio riferimento a quanto ha scritto nel capitolo Stelle comete. Quel che resta della verità:
Nel campo aperto del Game, molte cose sembrano diventate imprendibili, e una è la verità. Oddio, la verità: diciamo un profilo certo delle cose, una versione verificabile dei fatti, una definizione attendibile di quel che accade. Sarebbe già qualcosa poter contare su questa forma, minore, di verità. Ma non è cosí. Nel Game qualcosa sembra rendere la verità dei fatti ancora piú sfuggente di quanto sia stata in passato.
[...]La verità-veloce è una verità che per salire alla superficie del mondo – cioè per diventare comprensibile ai piú e per essere rilevata dall’attenzione della gente – si ridisegna in modo aerodinamico perdendo per strada esattezza e precisione e guadagnando però in sintesi e velocità.
Mi verrebbe da dire che il Game HA MODIFICATO IL DESIGN DELLA VERITÀ. Non l’ha dispersa, non ne ha cambiato la funzione, non l’ha spostata dal posto in cui era, cioè al centro del mondo: quel che ha fatto è darle un diverso design.
La forma è cambiata, e come è ben noto forma e contenuto vanno di pari passo. Ecco dunque che sorge qualche dubbio - in realtà più di uno - sulla direzione che le news sul virus Sars-covid stanno prendendo.
Di seguito ordino alcune discrepanze individuate nella comunicazione delle informazioni:
- il virus Sars Covid, già noto nel mondo scientifico , si è eclissato per quasi cinque mesi, da maggio a settembre, anche se il governo, prima di lanciarci nelle vacanze estive, aveva accennato al rinnalzamento dei contagi a partire da ottobre... Ve lo ricordate?
IPOTESI 1: Qualcuno ha sostenuto che il virus sarebbe diventato più virulento con il cambiamento climatico che si ha con il sopraggiungere dell'autunno, e in particolar modo con l'aumento dell'umidità.
IPOTESI 2: Qualcuno ha sostenuto che il connubio umidità/inquinamento e dunque le conseguenti difficoltà respiratorie possano favorire il proliferare del virus. L'ipotesi formulata in uno studio congiunto delle università Tor Vergata di Roma, quella di Torino e di Oxford è presentato nel corso della puntata del 14/09/2020 di Presadiretta .
IPOTESI 3: Qualcuno ha detto che i contagi sarebbero aumentati perché riaprivano le scuole e gli uffici. Questo mi crea qualche perplessità in quanto durante l'estate nessuno di noi è vissuto in un contenitore di plexiglas con aperture aeree per la respirazione, anzi.. discoteche, ristoranti, bar, palestre hanno ripreso la loro normale attività e in concomitanza i media non hanno pubblicato nessun bollino rosso.. Come mai? D'estate il nostro sistema immunitario diventa impenetrabile o il virus dopo una lunga ed estenuante attività ha scelto di riposare? O forse si è allentata la presa e volutamnete non si sono fatti molti tamponi per evitare che il turismo verso e fuori dall'Italia crollasse a picco? A tal proposito ascoltate cosa ne pensa il sociologo italiano Luca Ricolfi a partire dal minuto 1.07.00 ...intervenuto a Colloquia 2020.
- Altro punto su cui bisognerebbe porre attenzione. Gli articoli dei giornali, per non parlare dei titoli dei TG, usano un lessico comune e poco specifico o peggio scientifichese. Ciò dipende da una mancanza di conoscenze in materia, dunque non c'è un controllo sui contenuti degli articoli, o c'è il desiderio consapevole di creare confusione o peggio ancora generalizzazione?
Alcuni esempi:
1. da Repubblica"Aumenta ancora il numero dei nuovi contagi in Italia"
2. da AGI - Torna la preoccupazione per l'andamento epidemico in Italia, con la crescita evidente delle ultime settimane. Preoccupazione in qualche modo vidimata dal più recente dato sull'indice di contagio Rt, tornato, secondo l'ultimo report di ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità, di pochissimo sopra 1 a livello nazionale, per l'esattezza a 1,01. Il livello di allerta scatta proprio quando si supera 1, perché vuol dire che il contagio cresce: ogni persona positiva potenzialmente ne infetta più di una, quindi basta poco perché la curva pieghi verso l'alto e assuma una dimensione esponenziale, il principale timore delle autorità sanitarie di tutto il mondo.
Prendo a titolo esemplificativo l'uso del termine positivo. Cosa significa essere positivi? Equivale ad essere contagiosi?
IPOTESI: Secondo il professore Giorgio Palù, virologo e fondatore della Società italiana di Virologia, spiega che il termine contagioso è usato spesso in modo inappropriato, soprattutto quando viene usato per indicare i soggetti risultati positivi ai test.
Noi dovremmo parlare di soggetti positivi al test: ci sono i positivi che contagiano, i positivi che non contagiano. Positivo non vuol dire contagioso.Trovare un positivo vuol dire che dopo tanti cicli di amplificazione con una tecnica che si chiama PCR, si ha un po’ di acido nucleico del virus, ma non è detto che quell’acido nucleico rappresenti una particella virale infettante: può essere un residuo, un virus morto. Oppure non è detto che quell’acido nucleico sia rappresentante di una concentrazione di virus sufficiente a infettare. L’infezione è possibile quando troviamo in un campione clinico almeno 1 milione di genomi equivalenti. Oggi non abbiamo ancora un test che dosi precisamente la carica virale, come l’abbiamo per tanti altri virus. Perché non l’abbiamo? Perché non abbiamo ancora un farmaco che sappiamo come dosarlo per azzerare o rendere minuscola quella concentrazione
Per chi vuole approfondire:
Videointervista completa al virologo Palù, docente all'universita di Philadelphia:1.2.3.4.
Per una panoramica più ampia sulla terminologia specifica e gli studi effettuati potete leggere l'articolo pubblicato dall'Università di Padova: https://ilbolive.unipd.it/it/news/coronavirus-carica-virale- sintomatologia-cosa
Come già si può notare, per farsi solo un'idea è necessario informarsi, figuriamoci per scrivere un articolo di giornale che preparazione sarebbe necessaria!
- Cos'è un test seriologico? Perché le scuole, le aziende e altri istituti anche privati stanno facendo richiesta ai loro dipendenti di sottoporsi a questo test? Qual è la sua funzione? Perché i giornali ne hanno fatto un cavallo di battaglia?
1. dal sito del Ministero della salute:
"Ministero della Salute e Istat, con la collaborazione della Croce Rossa Italiana, a partire da lunedì 25 maggio, hanno avviato un’indagine di sieroprevalenza dell’infezione da virus SARS-CoV-2 per capire quante persone nel nostro Paese abbiano sviluppato gli anticorpi al nuovo coronavirus, anche in assenza di sintomi."
2. da intervista/confronto a Otto e mezzo tra il ministro dell'istruzione Lucia Azzolina e la immunologa Antonella Viola il test seriologico, come è scritto anche nel sito del Ministero della salute, è uno strumento epidemiologico per valutare l'andamento della diffusione del virus su scala collettiva, dunque non è utile ai fini di una diagnosi individuale.
- Entriamo un po' in uno degli ambiti, secondo me, più bersagliati dalle decisioni del Governo per fronteggiare la pandemia: la scuola e di conseguenza gli studenti, una categoria di persone che va dai 6 anni ai 18/19 anni. Un ambito fondamentale perché tempio che dovrebbe incoraggiare la riflessione e il pensiero critico - due emigrati.
Oltre alle critiche leggittime da rivolgere alla DAD (che ha avuto un senso quando la situazione era assolutamente nuova e imprevista) sia da un punto di vista giuridico ma anche pedagogico-educativo, considero qui sia le arbitrarietà dei dirigenti e degli insegnanti nell'attuazione di norme anti-covid ad scholam, che purtroppo non hanno pieno fondamento scientifico né normativo e sia la triste quanto mediaticamente promossa equazione a tre fattori giovani=caciari=untori.
1. uso della mascherina: ci ricordiamo del vademecum sulle mascherine che hanno intasato le nostre chat di wp durante il primo lockdown? Anche in questo campo un'altra cultura da farsi.
Cosa dice il Ministero della salute a tal proposito?
In tutti i contesti di condizione statica, il CTS ribadisce l’importanza dell’uso delle mascherine chirurgiche come già espresso nel documento tecnico sulla scuola del 28 maggio 2020 e incluso nel Piano Scuola 2020-2021 e specifica che:- nell’ambito della scuola primaria, per favorire l’apprendimento e lo sviluppo relazionale, la mascherina chirurgica può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro e l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto).- nella scuola secondaria, anche considerando una trasmissibilità analoga a quella degli adulti, la mascherina chirurgica può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro, l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto) e in situazione epidemiologica di bassa circolazione virale come definita dalla autorità sanitaria.
Cosa è successo? La casistica è stata varia e non sempre conforme alle indicazioni del CTS, perché l'uso della mascherina chirurgica - oltre ad essere un futuro danno ambientale non irrilevante per la salutedi tutti - da oggetto "di cortesia" è diventato l'oggetto "salva da contagio" . Eppure le mascherine hanno dei limiti:
Tedros Adhanom Ghebreyesus in conferenza stampa il 5 giugno “l'uso esteso di mascherine da parte di persone sane nell'ambiente della comunità non è supportato da prove e comporta incertezze e rischi. Non esistono al momento evidenze secondo cui indossare una mascherina (sia medica che di altro tipo) da parte di tutta la comunità possa impedire la trasmissione di infezione da virus respiratori, incluso Covid-19”. In altre parole, le mascherine “da sole non proteggono da Covid-19 e non sostituiscono il distanziamento, l'igiene delle mani e altre misure di sanità pubblica. Sono utili solo nell'ambito di un approccio globale”. (Fonte Oms) Tratto da Il Sole 24 ore
e hanno anche delle controindicazioni:
Le maschere facciali rendono la respirazione più difficile. Per persone con BPCO sono insopportabili perché peggiorano la loro dispnea.[5] Inoltre una frazione di CO2 espirata in precedenza è inalata a ogni ciclo respiratorio. I due fenomeni aumentano frequenza e profondità della respirazione, quindi aumentano la quantità d’aria inalata ed espirata. Ciò può peggiorare la diffusione di Covid-19 se le persone infette che indossano maschere diffondono più aria contaminata. Ciò può anche peggiorare le condizioni cliniche degli infetti se la respirazione potenziata spinge la carica virale in profondità nei polmoni [n.d.r.: per riflettere su questo importante rischio si rimanda al primo modello teorico immunologico del Covid-19, riportato su QS],(5B) Gli effetti descritti al punto (5) sono amplificati se le maschere facciali sono molto contaminate (v. punto 2) da Quotidiano sanità
Se a ciò aggiungiamo le ultime notizie sulla presenza di titanio? Cosa facciamo allora? Bella domanda? Una cosa forse possiamo iniziarla a fare: non ci vestiamo di autorità con dati che neanche chi del mestiere ha appieno vagliato e validato.
2. giovani=caciari=contagiosi: no feste, no scuola, no palestra... eppure dai dati consultabili su Epicentro.it risulta che i casi di morte (altro capitolo, i dati sui morti per corona virus sono stati raccolti senza nessuna autopsia) ad oggi sono:
Decessi in pazienti con meno di 50 anniAl 22 ottobre 2020 sono 412, dei 36.806 (1,1%), i pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 90 di questi avevano meno di 40 anni (60 uomini e 30 donne con età compresa tra 0 e 39 anni). Di 12 pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche; degli altri pazienti, 64 presentavano gravi patologie preesistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e 14 non avevano diagnosticate patologie di rilievo.
Inoltre, la stessa immunologa Viola afferma in un'intervista su Orizzonte scuola:
“I nostri dati suggeriscono che al momento non esistano motivi per evocare la chiusura delle scuole più di quanto non ve ne siano per un lockdown dell’intera società, poiché non sembra ascrivibile alla scuola l’aumento dei contagi”.
[...] una stessa "cosa" è in realtà "un fascio d'oggetti" , addirittura un fascio potenzialmente infinito di oggetti, perché a seconda dei punti di vista da cui la si vuol considerare, essa diviene effettivamente oggetto di una scienza diversa, e i punti di vista sono moltiplicabili all'infinito [...] è proprio il "punto di vista" che costruisce l'oggetto di una scienza, nel senso che è l'assumere un punto di vista piuttosto che un altro delle "cose", a collocarci in questa piuttosto che in un'altra scienza. (Agazzi, 1976, p.11)


Nessun commento:
Non sono consentiti nuovi commenti.