lunedì 26 ottobre 2020

La verità che sfugge #2

E rieccomi! 

Ieri sera una chiacchierata virtuale - ormai i contatti umani si sono spostati sulle tastiere Qwerty dei nostri smartphone - ha portato alla mia attenzione un nuovo documento, "la lettera inviata a Conte e Mattarella firmata da 100 scienziati":

100 scienziati si rivolgono alle istituzioni con una richiesta fortissima: dare “piena adesione alla richiesta” del presidente dei Lincei, Giorgio Parisi “di assumere provvedimenti stringenti e drastici nei prossimi due o tre giorni” per “evitare che i numeri del contagio in Italia arrivino inevitabilmente, in assenza di misure correttive efficaci, nelle prossime tre settimane, a produrre alcune centinaia di decessi al giorno”.
La richiesta è stata firmata da oltre cento tra scienziati e docenti universitari, tra cui figurano i nomi del rettore della Normale di Pisa, Luigi Ambrosio e di Fernando Ferroni, ex presidente Istituto Nazionale Fisica Nucleare, Gianfranco Viesti, economista dell'Università di Bari, Carlo Doglioni geologo e presidente Istituto nazionale geofisica e vulcanologia, Alfio Quarteroni, matematico applicato, Enzo Marinari, ordinario di Fisica alla Sapienza, Roberta Calvano, ordinaria di Diritto costituzionale Unitelma Sapienza, Piero Marcati, prorettore Gran Sasso Institute, Alessandra Celletti astronoma vicepresidente Anvur. 

I firmatari scrivono: 
[...]Riteniamo utile segnalare all'attenzione delle Istituzioni, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Governo, nella persona del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, le stime riportate nell'articolo del Presidente dell'Accademia dei lincei, professor Giorgio Parisi, pubblicato nelle scorse ore nel blog dell'Huffington Post".

Facciamo qualche riflessione, prima di procedere alla lettura del post del professore Giorgio Parisi, presidente dell'Accademia dei Lincei.

1. Qual è la qualifica del professore Giorgio Parisi? Cliccando sul nome verrete reindirizzati alla pagina di riferimento, dalla quale risulta essere professore ordinario di Fisica Teorica della Sapienza di Roma. Inoltre, stando alla voce presente su Wikipedia, è uno dei fisici più autorevoli al mondo e i suoi studi hanno avuto un impatto rilevante in molti altri campi del sapere, oltre a quello di pertinenza, quale l'antropologia, le scienze cognitive, la finanza e le scienze sociali.

Per chi come me è a digiuno di materie scientifiche ecco il link su cosa studia la Fisica Teorica essendo il prof.G.Parisi un addetto ai lavori. Ho qualche difficoltà a cogliere la qualifica che il prof. Parisi ha nel predire il quadro epidemiologico, ma essendo una mia difficoltà non mi dilungo oltre.

2. L'elenco dei firmatari, purtroppo, non l'ho trovato. Tuttavia un piccolo elenco è ricavabile dai diversi articoli presenti in rete. Di questo  parziale elenco mi hanno colpito due cose: il numero 100, - 100 sono gli scienziati che hanno firmato la lettera non 72, 69, o che dire 97, no 100 - perché 100 è un numero tondo, tondo che dà subito l'idea di completezza. Sarà perché suggerisce "tutti o quasi" hanno firmato che mi ha colpito?; il secondo aspetto che ha attirato la mia attenzione è la sottoscrizione di studiosi nel campo della geologia, dell'astronomia e della fisica... fin quando firmavano economisti e matematici comprendevo la loro presenza, in quanto, sulla base dei loro studi e analizzando i dati, possono trarre delle conclusioni, ma gli altri? Anche qui, però, devo ammettere la mia ignoranza nel non saper come collegare le discipline al quadro epidemiologico oggetto d'esame

Comunque, oltre queste mie prime perplessità occorre ora leggere il testo scritto sul blog dell'Huffpost (cliccare sul nome del giornale) per prendere visione della richiesta e delle basi scientifiche che la sorreggono e determinano. 

L'avete letto?

Il ragionamento vi torna tutto? A me no, ecco in quali punti:

1. Una settimana è proprio il lasso di tempo che in media ci vuole perché un contagiato contagi qualcun altro. 

Quindi contagiato significa untore? Non c'è alcuna differenza tra asintomatici e sintomatici e di conseguenza tra le due differenti cariche virali? 🧐

2. Nell’ultimo mese abbiamo visto che all’incirca ogni ottanta casi si registra un decesso, una settimana dopo, più o meno. Non ha molta importanza quanti dei nuovi casi siano sintomatici e quanti siano asintomatici, per capire la gravità della situazione... 

Confermato: per il professore G. Parisi, non ha importanza la differenza tra sintomatico e asintomatico. Dunque, non ha nessuna validità scientifica la carica virale?

3. Certo, non sta scritto da nessuna parte che la crescita epidemica debba andare avanti con un raddoppio costante nel prossimo futuro. Tuttavia se la situazione non cambia.. 

Come, come "non sta scritto"? E allora da dove nasce questa previsione? 

4. Sappiamo cosa vuol dire l’infezione da Covid non controllata; lo abbiamo visto a Bergamo: le persone che morivano a casa, gli ospedali al collasso, i morti giornalieri passati da trenta a trecento, i servizi di pompe funebri intasati, le bare accumulate nei sotterranei degli ospedali. 

Sappiamo cosa è significato il Covid-19 a Bergamo e in Lombardia, ma a ricordo non si sono verificate le stesse situazioni anche in altre regioni. Perché? Perché solo la Lombardia e le regioni della Pianura Padana sono state maggiormente colpite? Quali caratteristiche presentano a livello antropico ed ecologico tali da aver deteminato la situazione che si è avuta? 

Esiste uno studio in corso condotto dalle università di Roma, Torino e Oxford che ha messo in relazione il virus e la sua letalità con la presenza di particolato e altri inquinanti in atmosfera, non ultimi quelli derivanti dagli allevamenti intensivi, che uniti ad un ridotto "riciclo" dell'aria - venti - ha influito sulla propagazione del virus.. Il particolato di per sé è responsabile di diverse patologie respiratorie, anche gravi, che ovviamente verrebbero a loro volta esasperate dal virus che per l'appunto sembrerebbe attaccare maggiormente le vie respiratorie... questo è uno studio in corso d'opera... 

Se a questa ricerca se ne aggiungessero delle altre, forse il quadro sarebbe più completo e si avrebbero strumenti più incisivi e mirati d'intervento.. 

Ma il presidente sta ipotizzando un possibile scenario esteso a tutta l'Italia facendo riferimento al singolo caso lombardo?? 

Se poi teniamo conto di quanti sono ritornati nelle loro regioni di residenza dalle zone rosse i conti non tornano... avremmo dovuto avere un'ecatombe a livello nazionale, ma così non è stato. Perché?

5.Sulla scuola, dove le ASL fanno particolari controlli, ci sono dati precisi, che permettono di escludere che fino a questo momento ci sia stata una propagazione sostenuta dell’epidemia dentro le classi, ma abbiamo informazioni molto poco precise su quello che succede in altri contesti.

Dunque questo scenario, in assenza di dati precisi, come è stato ipotizzato?🤔

6. Queste informazioni sono cruciali anche per capire come mai dopo la situazione quasi stazionaria di settembre ci sia stata l’esplosione dei casi di ottobre: ci sono congetture in proposito, alcune ragionevoli, altre strampalate, i fattori possono essere stati molteplici, ma nessuno è in grado di dire, dati alla mano, in che misura ciascun fattore abbia influito.

Non c'è bisogno neanche di commentare, si commenta da sola questa affermazione. 

7. [...] temo fortemente che in Italia non sia stata fatta una raccolta sistematica delle informazioni cruciali sulle circostanze in cui il virus si è trasmesso... 

Se non c'è stata, e presumo non ci sia neanche oggi - lo dice chiaramente più avanti nel testo anche il professore Parisi - una raccolta sistematica delle informazioni utili ad elaborare quadri statistici del possibile andamento epidemiologico, da dove nasce l'urgenza di misure più restrittive?

8. [...] la lettera di Giorgio Alleva e Alberto Zuliani (già Presidenti Istat) al Corriere del 17 ottobre mi conferma in questo timore.“In tanti mesi - scrivono - non abbiamo investito in un sistema di raccolta di dati che consenta un monitoraggio accurato su probabilità di contagio, dimensioni delle componenti sintomatiche e asintomatiche, collegamento con i rischi successivi, ricoveri e terapie sub-intensive e intensive, letalità. (…) Non è citando insieme, giorno per giorno, il numero di casi positivi e di tamponi effettuati che possiamo capire cosa stia accadendo realmente”. 

Che triste realtà... il virsu si prende una vacanza da maggio a settembre e nessuno del Governo ha pensato di investire tempo e soldi in ricerche sul monitoraggio del contagio.. 

9. Sappiamo bene che la scienza è ed è stata fondamentale per contrastare l’epidemia, ed è quindi inaccettabile che la comunità scientifica non possa chiarire i modi di trasmissione del virus in Italia a causa della mancanza di dati dettagliati sui contagi diffusi accessibili a tutti. 

Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha letto? Non ci sono dati dettagliati accessibili.

10. L’impressione è che al momento attuale si guidi molto alla cieca, cercando di usare il buon senso per non andare a sbattere.

Quale buon senso? Se si guida ciechi, non si ha buon senso?🤔

11. La commissione Covid-19 dell’Accademia dei Lincei, all’inizio di giugno aveva scritto un documento, in cui si riteneva che ” superata la fase acuta della epidemia, sia giunto il momento, per le istituzioni sanitare regionali, l’Iss e la Protezione Civile di pianificare una condivisione dei dati concertata..

La fase critica è stata o non è stata superata? 

12. In assenza di trasparenza, ogni conclusione diviene contestabile sul piano scientifico e, quindi, anche sul piano politico. Solo con la trasparente alleanza tra scienza e politica possiamo affrontare efficientemente la convivenza con il coronavirus e prevenire una possibile risorgenza del Covid-19 o gestire l’emersione di future, possibili, epidemie

Dalla lettura del post emerge uno scenario possibile ma assolutamente ipotetico e non validato in quanto lo stesso professore G. Parisi accusa una mancanza di dati dettagliati e, ancor peggio, l'assenza di un'alleanza trasparente tra scienza e politica. 

Se il metodo scientifico sperimentale, delineato da Galileo Galilei, - tra l'altro, socio dell'Accademia dei Lincei - si basa sull'osservazione, cui seguono la formulazione dell'ipotesi, la verifica sperimentale dell'ipotesi e, in caso di esito positivo, la pronuncia della teoria (di per sé non rigida, ma a sua volta verificabile e modificabile), nel quadro delineato dal presidente, G. Parisi, emergono solo ipotesi e molte perplessità. 

Dunque, la domanda sorge legittima: ma tutti questi scenari prognosticati dai vari scienziati,  accompagnati tra l'altro da tutta una serie di criticità, sono alla base delle restrizioni snocciolate di settimana in settimana dal Governo?


domenica 25 ottobre 2020

La verità che sfugge #1

Non sarà di un libro che vi parlerò in questo post, o meglio un libro sarà solo il pretesto per introdurre una riflessione che mi accompagna da diversi mesi.

Probabilmente anche molti di voi lettori vi siete fatti qualche domanda su questa pandemia, e forse altrettanti di voi si sono accorti che qualcosa non è sempre tornato nelle informazioni diffuse dai giornali e dai TG. Premesso che non sono un medico, né ho le competenze o una qualche sfera magica che mi dica cosa succede effettivamente o cosa accadrà, vorrei con questo post allineare un po' i dati nella mia mente. Come molti di voi ho avuto paura, soprattutto nei primi mesi quando la bolla della pandemia è esplosa e con lei tutta una serie di cambiamenti necessari al nostro vivere quotidiano. E quando, nei mesi estivi, il virus è andato in vacanza, forse per non spaventare i turisti italiani e non a circolare liberamente, ho compreso che era ora di raccogliere un po' di dati, osservarli con cura e provare a tirare qualche somma. Una somma non sulla pandemia in sé, ma sulle modalità di diffusione delle informazioni.

Parto con alcuni stralci tratti dal libro di Alessandro Baricco The Game, - un libro che consiglio per il cambio di prospettiva che propone sulla rivoluzione tecnologica in atto - nello specifico faccio riferimento a quanto ha scritto nel capitolo Stelle comete. Quel che resta della verità:

Nel campo aperto del Game, molte cose sembrano diventate imprendibili, e una è la verità. Oddio, la verità: diciamo un profilo certo delle cose, una versione verificabile dei fatti, una definizione attendibile di quel che accade. Sarebbe già qualcosa poter contare su questa forma, minore, di verità. Ma non è cosí. Nel Game qualcosa sembra rendere la verità dei fatti ancora piú sfuggente di quanto sia stata in passato.                                                
[...]La verità-veloce è una verità che per salire alla superficie del mondo – cioè per diventare comprensibile ai piú e per essere rilevata dall’attenzione della gente – si ridisegna in modo aerodinamico perdendo per strada esattezza e precisione e guadagnando però in sintesi e velocità.
Bene. La verità-veloce, scrive Baricco, perde per strada esattezza e precisione per guadagnare in sintesi e velocità. Non è difficile comprenderne il perché: in un mare magnum di informazioni - tant'è che si parla di infodemia da corona virus, e difatti non c'è giorno, ora, canale TV che non si cimenti nella questione - l'unico modo che un'informazione ha per raggiungere la superfice del mondo è viaggiare veloce e leggera, ovvero lasciare per strada tutto l'equipaggiamento che l'avrebbe resa lunga da leggere, ricca di informazioni il cui scopo è solo quello di fornire dati. Ma noi, animali tecnologici, dobbiamo masticare velocemente le informazioni e ci scoccia - su diciamolo - fermarci a leggere un lungo articolo che al suo termine non solo non ci consegna lo scettro delle verità inoppugnabili, ma anzi accende nuove domande... Insomma, l'informazione deve essere consumata in piedi come un caffè al banco (e in questi giorni di Dpcm l'esempio ci sta tutto!) .
Continua Baricco dicendo:
Mi verrebbe da dire che il Game HA MODIFICATO IL DESIGN DELLA VERITÀ. Non l’ha dispersa, non ne ha cambiato la funzione, non l’ha spostata dal posto in cui era, cioè al centro del mondo: quel che ha fatto è darle un diverso design.

La forma è cambiata, e come è ben noto forma e contenuto vanno di pari passo. Ecco dunque che sorge qualche dubbio - in realtà più di uno - sulla direzione che le news sul virus Sars-covid stanno prendendo.

Di seguito ordino alcune discrepanze individuate nella comunicazione delle informazioni:

- il virus Sars Covid, già noto nel mondo scientifico , si è eclissato per quasi cinque mesi, da maggio a settembre, anche se il governo, prima di lanciarci nelle vacanze estive, aveva accennato al rinnalzamento dei contagi a partire da ottobre... Ve lo ricordate? 

IPOTESI 1: Qualcuno ha sostenuto che il virus sarebbe diventato più virulento con il cambiamento climatico che si ha con il sopraggiungere dell'autunno, e in particolar modo con l'aumento dell'umidità.  

IPOTESI 2: Qualcuno ha sostenuto che il connubio umidità/inquinamento e dunque le conseguenti difficoltà respiratorie possano favorire il proliferare del virus. L'ipotesi formulata in uno studio congiunto delle università Tor Vergata di Roma, quella di Torino e di Oxford è presentato nel corso della puntata del 14/09/2020 di Presadiretta .

IPOTESI 3: Qualcuno ha detto che i contagi sarebbero aumentati perché riaprivano le scuole e gli uffici. Questo mi crea qualche perplessità in quanto durante l'estate nessuno di noi è vissuto in un contenitore di plexiglas con aperture aeree per la respirazione, anzi.. discoteche, ristoranti, bar, palestre hanno ripreso la loro normale attività e in concomitanza i media non hanno pubblicato nessun bollino rosso.. Come mai? D'estate il nostro sistema immunitario diventa impenetrabile o il virus dopo una lunga ed estenuante attività ha scelto di riposare? O forse si è allentata la presa e volutamnete non si sono fatti molti tamponi per evitare che il turismo verso e fuori dall'Italia crollasse a picco? A tal proposito ascoltate cosa ne pensa il sociologo italiano Luca Ricolfi a partire dal minuto 1.07.00 ...intervenuto a Colloquia 2020. 

- Altro punto su cui bisognerebbe porre attenzione. Gli articoli dei giornali, per non parlare dei titoli dei TG, usano un lessico comune e poco specifico o peggio scientifichese. Ciò dipende da una mancanza di conoscenze in materia, dunque non c'è un controllo sui contenuti degli articoli, o c'è il desiderio consapevole di creare confusione o peggio ancora generalizzazione?

          Alcuni esempi: 

1. da Repubblica"Aumenta ancora il numero dei nuovi contagi in Italia"

 2. da  AGI - Torna la preoccupazione per l'andamento epidemico in Italia, con la crescita evidente delle ultime settimane. Preoccupazione in qualche modo vidimata dal più recente dato sull'indice di contagio Rt, tornato, secondo l'ultimo report di ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità, di pochissimo sopra 1 a livello nazionale, per l'esattezza a 1,01. Il livello di allerta scatta proprio quando si supera 1, perché vuol dire che il contagio cresce: ogni persona positiva potenzialmente ne infetta più di una, quindi basta poco perché la curva pieghi verso l'alto e assuma una dimensione esponenziale, il principale timore delle autorità sanitarie di tutto il mondo.

Prendo a titolo esemplificativo l'uso del termine positivo. Cosa significa essere positivi? Equivale ad essere contagiosi

IPOTESI: Secondo il professore Giorgio Palù, virologo e fondatore della Società italiana di Virologia, spiega che il termine contagioso è usato spesso in modo inappropriato, soprattutto quando viene usato per indicare i soggetti risultati positivi ai test. 

Noi dovremmo parlare di soggetti positivi al test: ci sono i positivi che contagiano, i positivi che non contagiano. Positivo non vuol dire contagioso.

Trovare un positivo vuol dire che dopo tanti cicli di amplificazione con una tecnica che si chiama PCR, si ha un po’ di acido nucleico del virus, ma non è detto che quell’acido nucleico rappresenti una particella virale infettante: può essere un residuo, un virus morto. Oppure non è detto che quell’acido nucleico sia rappresentante di una concentrazione di virus sufficiente a infettare. L’infezione è possibile quando troviamo in un campione clinico almeno 1 milione di genomi equivalenti. Oggi non abbiamo ancora un test che dosi precisamente la carica virale, come l’abbiamo per tanti altri virus. Perché non l’abbiamo? Perché non abbiamo ancora un farmaco che sappiamo come dosarlo per azzerare o rendere minuscola quella concentrazione

Per chi vuole approfondire:
Videointervista completa al virologo Palù, docente all'universita di Philadelphia:

1. 

2. 

3. 

4. 

Per una panoramica più ampia sulla terminologia specifica e gli studi effettuati potete leggere l'articolo pubblicato dall'Università di Padova: https://ilbolive.unipd.it/it/news/coronavirus-carica-virale- sintomatologia-cosa

Come già si può notare, per farsi solo un'idea è necessario informarsi, figuriamoci per scrivere un articolo di giornale che preparazione sarebbe necessaria!

- Cos'è un test seriologico? Perché le scuole, le aziende e altri istituti anche privati stanno facendo richiesta ai loro dipendenti di sottoporsi a questo test? Qual è la sua funzione? Perché i giornali ne hanno fatto un cavallo di battaglia?

1. dal sito del Ministero della salute: 

"Ministero della Salute e Istat, con la collaborazione della Croce Rossa Italiana, a partire da lunedì 25 maggio, hanno avviato un’indagine di sieroprevalenza dell’infezione da virus SARS-CoV-2 per capire quante persone nel nostro Paese abbiano sviluppato gli anticorpi al nuovo coronavirus, anche in assenza di sintomi."

2. da intervista/confronto a Otto e mezzo tra il ministro dell'istruzione Lucia Azzolina e la immunologa Antonella Viola il test seriologico, come è scritto anche nel sito del Ministero della salute, è uno strumento epidemiologico per valutare l'andamento della diffusione del virus su scala collettiva, dunque non è utile ai fini di una diagnosi individuale.

- Entriamo un po' in uno degli ambiti, secondo me, più bersagliati dalle decisioni del Governo per fronteggiare la pandemia: la scuola e di conseguenza gli studenti, una categoria di persone che va dai 6 anni ai 18/19 anni. Un ambito fondamentale perché tempio che dovrebbe incoraggiare la riflessione e il pensiero critico - due emigrati. 
Oltre alle critiche leggittime da rivolgere alla DAD (che ha avuto un senso quando la situazione era assolutamente nuova e imprevista) sia da un punto di vista giuridico ma anche pedagogico-educativo, considero qui sia le arbitrarietà dei dirigenti e degli insegnanti nell'attuazione di norme anti-covid ad scholam, che purtroppo non hanno pieno fondamento scientifico né normativo e sia la triste quanto mediaticamente promossa equazione a tre fattori giovani=caciari=untori.

1. uso della mascherina: ci ricordiamo del vademecum sulle mascherine che hanno intasato le nostre chat di wp durante il primo lockdown? Anche in questo campo un'altra cultura da farsi.

 


 Cosa dice il Ministero della salute a tal proposito? 

In tutti i contesti di condizione statica, il CTS ribadisce l’importanza dell’uso delle mascherine chirurgiche come già espresso nel documento tecnico sulla scuola del 28 maggio 2020 e incluso nel Piano Scuola 2020-2021 e specifica che:
- nell’ambito della scuola primaria, per favorire l’apprendimento e lo sviluppo relazionale, la mascherina chirurgica può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro e l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto).
- nella scuola secondaria, anche considerando una trasmissibilità analoga a quella degli adulti, la mascherina chirurgica può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro, l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto) e in situazione epidemiologica di bassa circolazione virale come definita dalla autorità sanitaria.

Cosa è successo? La casistica è stata varia e non sempre conforme alle indicazioni del CTS, perché l'uso della mascherina chirurgica - oltre ad essere un futuro danno ambientale non irrilevante per la salutedi tutti  - da oggetto "di cortesia" è diventato l'oggetto "salva da contagio" . Eppure le mascherine hanno dei limiti:

Tedros Adhanom Ghebreyesus in conferenza stampa il 5 giugno “l'uso esteso di mascherine da parte di persone sane nell'ambiente della comunità non è supportato da prove e comporta incertezze e rischi. Non esistono al momento evidenze secondo cui indossare una mascherina (sia medica che di altro tipo) da parte di tutta la comunità possa impedire la trasmissione di infezione da virus respiratori, incluso Covid-19”. In altre parole, le mascherine “da sole non proteggono da Covid-19 e non sostituiscono il distanziamento, l'igiene delle mani e altre misure di sanità pubblica. Sono utili solo nell'ambito di un approccio globale”. (Fonte Oms) Tratto da Il Sole 24 ore

e hanno anche delle controindicazioni:

Le maschere facciali rendono la respirazione più difficile. Per persone con BPCO sono insopportabili perché peggiorano la loro dispnea.[5] Inoltre una frazione di CO2 espirata in precedenza è inalata a ogni ciclo respiratorio. I due fenomeni aumentano frequenza e profondità della respirazione, quindi aumentano la quantità d’aria inalata ed espirata. Ciò può peggiorare la diffusione di Covid-19 se le persone infette che indossano maschere diffondono più aria contaminata. Ciò può anche peggiorare le condizioni cliniche degli infetti se la respirazione potenziata spinge la carica virale in profondità nei polmoni [n.d.r.: per riflettere su questo importante rischio si rimanda al primo modello teorico immunologico del Covid-19, riportato su QS],(5B) Gli effetti descritti al punto (5) sono amplificati se le maschere facciali sono molto contaminate (v. punto 2) da Quotidiano sanità

Se a ciò aggiungiamo le ultime notizie sulla presenza di titanio? Cosa facciamo allora? Bella domanda? Una cosa forse possiamo iniziarla a fare: non ci vestiamo di autorità con dati che neanche chi del mestiere ha appieno vagliato e validato. 

2. giovani=caciari=contagiosi: no feste, no scuola, no palestra... eppure dai dati consultabili su Epicentro.it risulta che i casi di morte (altro capitolo, i dati sui morti per corona virus sono stati raccolti senza nessuna autopsia) ad oggi sono: 

Decessi in pazienti con meno di 50 anni
Al 22 ottobre 2020 sono 412, dei 36.806 (1,1%), i pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 90 di questi avevano meno di 40 anni (60 uomini e 30 donne con età compresa tra 0 e 39 anni). Di 12 pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche; degli altri pazienti, 64 presentavano gravi patologie preesistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e 14 non avevano diagnosticate patologie di rilievo.
Inoltre, la stessa immunologa Viola afferma in un'intervista su Orizzonte scuola:
“I nostri dati suggeriscono che al momento non esistano motivi per evocare la chiusura delle scuole più di quanto non ve ne siano per un lockdown dell’intera società, poiché non sembra ascrivibile alla scuola l’aumento dei contagi”.
Mi sa che posso mettere in ordine tutti gli articoli, video, interviste, DPCM.. ma sempre e comunque si trovano incongruità, affermazioni e smentite, dati parziali.. insomma, manca chiarezza. E se manca chiarezza da dove dovrebbe nascere il consenso? L'accettazione delle regole? Non di certo dalle multe o dal dispiegamento delle forze armate - quest'ultime poi dovrebbero ricordare che non sono le guardie del corpo di chi tradisce il patto sociale! - ...

Ritornando, allora, al discorso fatto in apertura, questa verità-veloce, perde in esattezza e precisione e aggiungerei in contenuti. Ma a dir il vero la verità ha perso anche la sua identità nella sua risalita alla superficie: non è più verità è qualcos'altro. E non è neanche informazione, ma rumore che non ci forma ma alimenta le nostre paure e angosce...

E allora che cos'è?

[...] una stessa "cosa" è in realtà "un fascio d'oggetti" , addirittura un fascio potenzialmente infinito di oggetti, perché a seconda dei punti di vista da cui la si vuol considerare, essa diviene effettivamente oggetto di una scienza diversa, e i punti di vista sono moltiplicabili all'infinito [...] è proprio il "punto di vista" che costruisce l'oggetto di una scienza, nel senso che è l'assumere un punto di vista piuttosto che un altro delle "cose", a collocarci in questa piuttosto che in un'altra scienza. (Agazzi, 1976, p.11) 

Dunque, fermo restando che "come pensi parli e come parli agisci", l'idea distorta è quella di ritenersi depositari di certezze che nascono dalla lettura degli articoli, o peggio ancora, dei trafiletti dei giornali mainstream. Come sempre non ci sono, né ci saranno, risposte definitive e a questo ci dovrebbe aver abituati la scienza che non ragiona per assiomi ma per probabilità - be' non quella da talk show; l'unica cosa che si può fare è usare la testa. Quella testa messa in stand-by dal rumore, dalla DAD, da falsi problemi, da un mondo che ci ha ubriacato di stronzate commerciali e di personaggi paiaccio per distrarci dalla nostra reale condizione.

E la testa cosa ci dice? è ragionevole bloccare una "pandemia" mettendo in ginocchio economicamente milioni di persone?  É come cercare di fermare un fiume in piena con una mano, non si può. 




 




venerdì 24 aprile 2020

SPILLOVER, L'EVOLUZIONE DELLE PANDEMIE


Qualche giorno fa si è celebrata la Giornata della Terra, una giornata istituita nel 1970 dalle Nazioni Unite per ricordare e sottolineare l'importanza dell'ambiente e della salvaguardia del nostro pianeta (per un po' di storia aprire qui.) Anche se trovo sempre singolare istituire delle giornate a delle tematiche senza poi dedicare loro l'intera attività umana di tutto l'anno, evitando le polemiche, ho pensato a un consiglio di lettura molto gettonato in questi ultimi mesi, mi riferisco a Spillover. L'evoluzione delle pandemie di David Quammen
Ebbene sì, il suo libro, nonostante l'argomento affrontato, è un vero e proprio invito al rispetto e alla conoscenza della Terra in tutte le sue manifestazioni, anche quelle più piccole e insidiose - per come ci vengono presentati i batteri, virus, funghi, etc etc - come unica strada per "salvare l'umanità" - per far eco alla bellissima illustrazione postata dalla casa editrice Gallucci.

E mentre i giornali e le televisioni si preoccupano di terrorizzare il loro pubblico e di diffondere un linguaggio di guerra che fa un misto fritto tra eroi, frontiere, battaglie, caduti e sopravvissuti, vediamo un po' cosa dice David Quammen, ricercatore scientifico, che ha dedicato anni della sua vita e del suo studio a raccogliere informazioni e dati sui microrganismi patogeni e poi si è impegnato nel raccontare e descrivere tutti i più gravi accidenti microbici avvenuti negli ultimi decenni che hanno colpito gli esseri umani e altri esseri viventi animali.

L’oggetto del suo libro sono le epidemie zoonotiche, cioè quelle che si trasmettono dall’animale all’uomo, che fanno un salto di specie, uno spillover. Spillover, significa letteralmente tracimazione, cioè indica il salto di specie  di agenti patogeni dagli animali agli esseri umani e che hanno un effetto sulla nostra salute. Quando si verifica uno spillover da animale all'uomo allora si parla di zoonosi.
Ne sono degli esempi, quelli poi trattati nel suo libro, l'ebola, la malaria, la SARS, l'aviaria, la febbre Q, Nipah, AIDS, nonché l'influenza umana... 

L’uomo però - ed è qui che c'entra la frase "Chi rispetta la terra, salva l'umanità" - sta facilitando il passaggio di virus da animali che facevano da serbatoio grazie a pratiche insensate che alterano gli ecosistemi.
Rimanere anonimi all’interno di un ospite serbatoio è probabilmente più facile dove c’è un’elevata biodiversità e l’ecosistema è relativamente indisturbato. È vero anche il contrario: certi cambiamenti dell’equilibrio ecologico possono far uscire allo scoperto le malattie. Se scuotete i rami di un albero, qualche cosa cadrà giù.
Quammen, David. Spillover (Italian Edition) . Adelphi. Edizione del Kindle.
Le pandemie di origine animale non sono, dunque, degli accidenti, qualcosa che accade per caso, ma sono conseguenze dei nostri comportamenti, in particolare delle nostre pratiche di distruzione ecologica come le deforestazioni, l'agricoltura intensiva, il bracconaggio, l'attività mineraria, gli insediamenti urbani, il consumo del suolo... Queste sono solo alcune delle attività umane che hanno conseguenze impattanti e profondissime sul territorio. La devastazione degli ecosistemi mette in contatto l’uomo con i virus che vi abitano. A ciò, che non è poco, si aggiungano anche i nostri stili di vita, i viaggi intercontinentali, i nostri spostamenti, la globalizzazione che diffondono questi patogeni in tutto il pianeta

Dunque Quammen ci invita, a differenza dei vari "sburioni" da talkshow, a comprendere come i virus non siano creature aliene atterrate da chissà dove, ma facciano parte del biota terrestre, ovvero facciano parte del complesso degli organismi animale, vegetale che dimorano in un dato ecosistema di questo pianeta. Di conseguenza non c'entrano nulla la sfortuna, le maledizioni, i complotti che ci permettono candidamente di lavarci la coscienza e di non farci domande. La cruda e nuda verità che tanto ci ostiniamo ad ignorare da oltre 50 anni, da quando la festa della Terra esiste, è che la responsabilità di tutto ciò che avviene è anche e soprattutto nostra.
Là dove si abbattono alberi e si uccide la fauna, i germi del posto si trovano a volare in giro come polvere che si alza dalle macerie. Un parassita disturbato nella sua vita quotidiana e sfrattato dal suo ospite abituale ha due possibilità: trovare una nuova casa, un nuovo tipo di casa, o estinguersi, Dunque non ce l'hanno con noi, siamo noi a essere diventati molesti, visibili e assai abbondanti. 
Quammen, David. Spillover (Italian Edition) . Adelphi. Edizione del Kindle.
Osservando tutte le malattie da Quammen descritte giungiamo inesorabilmente alla constatazione che siamo per davvero una specie animale, e non divina, legata a tutte le altre, sia a quelle da cui discendiamo e sia a quelle con cui “conviviamo” oggi.
I virus possono essere considerati, dunque, gli strumenti che la natura adotta quando c'è un affollamento eccessivo. Le esplosioni demografiche di qualunque gruppo di esseri viventi non rientrano nell'equilibrio di un ecosistema. E dovremmo saperlo bene noi esseri umani che abbiamo raddoppiato il numero di individui sul pianeta con la presunzione di doverci far posto a colpi di seghe e cemento.
L’entomologo Alan A. Berryman [...] parte proprio dalle basi: «Dal punto di vista ecologico, un’esplosione si può definire come un estremo aumento della numerosità di una determinata specie che avviene in un intervallo temporale relativamente breve». Prosegue [...] «Da questo punto di vista, la più seria esplosione verificatasi sul pianeta Terra è quella della specie Homo sapiens».
Quammen, David. Spillover (Italian Edition) . Adelphi. Edizione del Kindle.
Siamo una specie che taglia alberi ad un ritmo spaventoso - e nella mia città di residenza ne sono d'esempio gli oltre 200 alberi di alto fusto tagliati da privati e dal comune in meno di un anno - inoltre, mangiamo animali allevati intensivamente e per questo imbottiti di antibiotici, viviamo in metropoli sovraffollate e inquinate.. 
Nessun altro primate ha pesato così tanto sul pianeta, neanche lontanamente. In termini ecologici siamo quasi paradossali: animali di grande corporatura e molto longevi, ma assurdamente numerosi. Siamo un’esplosione, come una pandemia.
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Davvero possiamo chiederci ancora "Ma com' è successo tutto questo?" e davvero possiamo raccontarci la barzelletta "Andrà tutto bene"? Quale enorme presa in giro!!!
Viviamo come se la natura non esistesse e peggio ancora come se non ne fossimo parte. 

Una delle paure che proviamo verso i virus è che questi microbi mettono non solo a rischio la nostra sopravvivenza individuale ma anche, e soprattutto, mettono in dubbio la nostra sopravvivenza come specie, la nostra identità di specie distinta dalle altre e lo fanno proprio nel momento in cui con arroganza accecante pensavamo di aver piegato l’intero pianeta alla nostra volontà.
Quel che accadrà dopo dipenderà dalla scienza ma anche dalla politica, dagli usi sociali, dall’opinione pubblica, dalla volontà di agire e da altri aspetti dell’umanità. Dipenderà da tutti noi.
Quammen, David. Spillover (Italian Edition) . Adelphi. Edizione del Kindle.
Quindi, prima di reagire con intelligenza o stupidamente, dovremmo innanzitutto conoscere almeno le basi teoriche e le dinamiche di quel che è in gioco, e dovremmo comprendere e accettare che le recenti epidemie fanno parte di un quadro generale più vasto, creato dal genere umano. In altre parole esse sono conseguenze di nostre azioni.

C’è una nota di speranza in Quammen?
Ecco a cosa sono utili le zoonosi: ci ricordano [...] che [...] C’è un mondo solo, di cui l’umanità fa parte, così come l’HIV, i virus di Ebola e dell’influenza, Nipah, Hendra e la SARS, gli scimpanzé, i pipistrelli, gli zibetti e le oche indiane. E ne fa parte anche il prossimo virus killer che ci colpirà, quello che ancora non abbiamo scoperto. 
 Quammen, David. Spillover (Italian Edition) . Adelphi. Edizione del Kindle.
Forse, come indica Francesco Guglieri in Una certa idea di sublime - programma articolato in 5 incontri su RSI Rete Due - la speranza potrebbe ancora esserci nella possibilità di risalire all'origine di qualsiasi virus:
Spillover è pieno di investigatori, di scienziati che hanno cercato di ricostruire la catena di contagi per arrivare al paziente zero e hanno ricostruito il tempo e lo spazio in cui è avvenuto lo spillover. La speranza in dottori che ricercano il vaccino e in medici che cercano con tutti i loro mezzi di curare gli ammalati [...] il sublime è qualcosa di fronte a noi, qual di trascendente, di al di là della nostra comprensione, che ci sovrasta e ci schiaccia e ci spaventa, ma allo stesso tempo ci dice che possiamo conoscerlo con intelligenza, coraggio, curiosità in modo che la paura non abbia la meglio. 
E noi che ci avviciniamo allo scadere della Fase1, di obbligata quarantena, per avviarci a nuove fasi pensate dall'uomo e non dal virus, cosa pensiamo di fare? Pensiamo che tutto potrà essere come prima, il tempo di attendere un miracoloso vaccino? O pensiamo che questo scossone ci ha dimostrato come il sistema economico-sociale di cui facciamo parte e al quale contribuiamo con la nostra cecità ha mostrato tutta la sua fallacia? E che ora, più di prima, dobbiamo agire ciascuno consapevolmente?
Un essere umano invece può scegliere [...] «Ogni piccola cosa che facciamo può abbassare il tasso di infezione, se ci rende diversi gli uni dagli altri e non corrisponde al comportamento standard del gruppo» mi disse Dwyer. [...] «Gli esseri umani invece possono differire in innumerevoli modi, soprattutto a livello comportamentale. 
Quammen, David. Spillover (Italian Edition) . Adelphi. Edizione del Kindle.
Penso che questo periodo ha portato molti di noi a delle riflessioni, non perdiamole per l'utopico sogno di ritornare alla normalità,  perché quello che fin'ora l'uomo ha fatto a se stesso e all'ambiente non ha proprio nulla di NORMALE.