L’amore è di certo uno dei temi più trattati: quanti saggi, articoli, romanzi, poesie sono stati scritti e composti su e per l’amore. Non sorprenderà, allora, se ancora oggi, 14 febbraio 2017, vi intratterrò con un post sull'amore. Ma è un amore particolare quello di cui vi parlerò, è l'amore celebrato nella Galleria Farnese di Roma.
Scoprii questo capolavoro nel corso di una lezione universitaria e da allora ho iniziato a studiarlo cercando di comprenderne i significati. La cosa che mi è piaciuta, e che continua a sorprendermi, è la sua attualità. È chiaro che i suoi messaggi sono legati al contesto storico e culturale che li ha generati, ma ad un livello più profondo ci parla ancora e ci fa porre di sicuro delle domande.
Bene, allora allacciate le cinture della curiosità che si parte!!!
Buona lettura!
Il ciclo d'affreschi con le Storie degli amori degli dei risale al 1600, come testimonierebbe la scritta sul cornicione «MDC», ed è stato commissionato ad Annibale Carracci per celebrare le nozze di Ranuccio Farnese e Margherita Aldobrandini, dal fratello dello sposo, Odoardo.
Il loro non fu di certo un matrimonio d'amore - tutt'altro - fu il frutto degli interessi delle rispettive famiglie. E il ciclo probabilmente, come sostiene la studiosa Silvia Ginzburg, sarebbe da considerarsi la celebrazione delle loro nozze e quasi un'allusione alle vicende biografiche degli sposi: lei una ragazzina di soli undici anni, e lui un uomo di trenta che già da diversi anni intratteneva una relazione con Briseide Ceretoli, dalla quale ebbe anche un figlio. Insomma, questi affreschi sembravano voler giustificare la loro unione.
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| Volta della Galleria Farnese, 1600, Roma |
Di fatti ogni riquadro rappresenta un episodio d'amore: amori corrisposti, amori negati, amori violenti di cui sono protagonisti gli dei. Eh sì, non potevano scegliere protagonisti migliori essendo le loro vite un intreccio, alle volte anche molto ingarbugliato, di storie d'amore!
La Ginzburg sostiene che per meglio comprendere il significato iconografico dell'intero ciclo è importante soffermarsi sugli angoli della volta laddove sono rappresentate quattro coppie di amorini. Ciascuna di queste propone quattro chiavi di lettura dell'intero ciclo collegando tra loro i riquadri della volta e delle pareti e le Virtù sottostanti.
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| Lotta tra amore celeste e amore terreno sotto la corona d'alloro. |
Nell'angolo sud si può vedere la coppia di amorini intenta a lottare contendendosi la corona d'alloro, ovvero l'affermazione dell'una o dell'altra natura dell'amore: l'Amore celeste e l'Amore terreno. Ad essa si collegano la sottostante virtù della Forza, e le scene dell'affresco rappresentanti tutti quegli amori in cui la forza ha giocato un ruolo decisivo: sia la forza dell'Amore terreno che si esprime in scene di rapimento come quella del Ratto d'Europa, e sia la forza dell'Amore celeste, ovvero quello che il Bellori (noto biografo seicentesco della vita di Annibale Carracci) definisce come l'amore che supera gli irragionevoli appetiti e di cui sono testimonianza Cupido e Pan.
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| Cupido e Pan |
È chiaro qui il riferimento al noto verso di Publio Virgilio Marone «Omnia vincit amor et nos cedamus amori». Infatti, la traduzione pittorica di questo verso virgiliano, è stata resa mediante l'uso di un gioco di parole: Cupido, ossia Amore, è colto nell'atto di sottomettere Pan, in greco Πάν, che significa tutto. Quindi Amore vince su Pan per significare che l'amore vince su tutto. Chiara rappresentazione della sua forza.
Proseguendo sullo stesso lato breve, vediamo l'Amore celeste che cerca di spegnere la torcia dell'amore terreno. La scena, come le altre ad essa collegate, sono sotto il segno della virtù della Carità, ovvero l'amore verso il prossimo. In essa si può vedere il tentativo, fatto per amore, di togliere potere all'amore terreno causa di affanni e di dolore. Infatti a questa si legano gli amori che, basati solo sulla passione terrena, sulla piacevolezza del corpo, si sono conclusi con la perdita dell'amato. Un esempio è la rappresentazione dell'amore di Apollo e Giacinto.
| Apollo e Giacinto |
La storia tratta dalle Metamorfosi di Ovidio, come del resto gran parte dei soggetti rappresentati da Annibale nella Galleria Farnese, narra dell'amore tragico di Apollo verso un giovane della Laconia, Giacinto appunto, che durante un gioco morì di sua mano.
Sembrerebbe che il ciclo segua una ben precisa impostazione morale, ovvero quella di superare e rifiutare le passioni della carne, eppure spostandoci sull'altro lato scopriremo che non è esattamente questa la visione d'insieme e il messaggio che l'autore aveva immaginato. Difatti agli angoli del lato nord della volta troviamo dapprima Anteros che toglie la palma ad Eros, ovvero l'amore corrisposto - secondo il suo significato classico - che vince l'amore non corrisposto, o anche detto dal Bellori «l'amore ingiusto» e infatti è proprio la Giustizia la virtù sottesa a questa scena. Ed infine, troviamo i due amorini in atto di abbracciarsi, allusione alla necessità d'unione dei due amori, senza esclusione di nessuno dei due. Si uniscono a questo inno all'equilibrio le scene di Giove e Giunone, di Venere e Anchise, di Ercole e Iole.. Ovvero le scende di quegli amori che, guidati dalla Temperanza, si ispirano all'accordo tra gli istinti sessuali e gli affetti personali.
Le quattro virtù, Forza, Carità, Giustizia e Temperanza, sebbene ciascuna legata ad un gruppo di rappresentazioni, sono da intendersi tutte come fondamento degli amori moderati, ed è proprio il senso d'accordo tra intelletto e sensi che ha ispirato l'intero ciclo.
La Ginzburg conclude in via ipotetica che:
la rappresentazione del conflitto e dell'accordo finale tra Amore celeste e Amore terreno nella galleria contenga un riferimento alle scelte sentimentali di Ranuccio. La decorazione sarebbe stata concepita con il doppio auspicio agli sposi di vincere la lascivia e l'Amore terreno (rappresentante della relazione di Ranuccio con Briseide Ceretoli) e trovare l'Amore terreno unito all'Amore celeste nella reciprocità del matrimonio.
Il viaggio nell'amore della Galleria Farnese si conclude con l'unione degli apparenti opposti, in un equilibrio tra le forze che da millenni continuano a modellare le nostre vite.
Credo a questo punto sia ancora più chiara la sua attualità.
Vi auguro una buona festa dell'amore!!! ;)
P.S.:
Ci tengo a sottolineare che quella che vi ho proposto è una delle letture del ciclo che se vorrete approfondire, in bibliografia trovate i riferimenti. Nel corso degli ultimi anni sono state esposte molte altre interpretazioni, ad esempio una in chiave erotico-comico-satirica, un'altra solo in chiave erotica... Non sta a me individuare quella più corretta, lascio a chi è del mestiere il compito. A me interessano le riflessioni che i testi possono darmi e quelli della Gizburg, e la sua interpretazione, sono stati i più ricchi di spunti.
Bibliografia:
- Carignani, Silvia Ginzburg, Annibale Carracci a Roma: gli affreschi di Palazzo Farnese. Donzelli Editore, 2000.
- Ginzburg, Silvia. La Galleria Farnese. Gli affreschi dei Carracci. Electa, 2008.
- Stefano Colonna, La Galleria dei Carracci in Palazzo Farnese a Roma. Eros, Anteros, Età dell'Oro, Roma, Cangemi Editore, 2007
- Giuliano Briganti, André Chastel e Roberto Zapperi, Gli amori degli dei: nuove indagini sulla Galleria Farnese, Roma, Edizioni dell'Elefante, 1987



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